lunedì 28 aprile 2008

ICE : In Case of Emergency


Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto spesso, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile, ma gli operatori non sanno chi contattare tra la lista interminabile dei numeri salvati nella rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona che operatori delle ambulanze, polizia, pompieri o primi soccorritori potrebbero contattare.In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare la definizione ICE1, ICE2, ICE3, etc....Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.E' una buona idea ed è anche promossa dalle autorità preposte al soccorso.

(protezione civile Roma)

martedì 22 aprile 2008

amici, genitori e bambini

A me i bambini piacciono. Non ne ho, ma mi piacciono. Sono teneri, innocenti, sinceri e portano allegria. Ad una certa età, si sa, diventano cattivi ed egoisti. Uno lo sa e si difende.

Quelli che non mi piacciono sono i genitori dei bambini. Anzi, specifico. Quelli che non mi piacciono sono gli AMICI, genitori di bambini. Cui do un consiglio da amico. Dividete le due funzioni: quella di amico e quella di genitore. La prima va esercitata senza bambini, la seconda senza amici.

L’incontro fra amici-genitori e amici è quanto di più fastidioso possa esistere nella difficile dialettica tra esseri umani.

Ma il fatto grave è che di questa problematica pare se ne rendano conto solo gli amici, mentre per gli amici-genitori il fatto non sussiste.

Peggio, quando fatalmente si passa dalla categoria amici a quella di amici – genitori la natura provvede a cancellare dalla mente le fastidiose serate passate quando da semplici amici si incontravano gli amici-genitori.

Si sa che le amicizie si fondano anche su percorsi comuni che si sono intrapresi nel passato, ma (attenzione) le stesse amicizie si fortificano se questi percorsi comuni si continuano a percorrere, o se, meglio, si prevede di percorrerli in un futuro più o meno prossimo.

In caso contrario tali incontri si trasformano in patetici revival del tempo che fu, inframmezzati da risvegli nel presente che vede confrontarsi due mondi paralleli e, per questo, mai convergenti. Quello di chi ha figli e quello di chi figli non ne ha.

.. o no?!?!

(pippo vinci)

venerdì 18 aprile 2008

la trazzera in Terza

La trazzera cresce e si rinnova.
Riceviamo alcune (non molte per la verità) e mail di affezionati lettori del ns blog che avrebbero piacere di inviarci alcune loro composizioni "letterarie".
Nella attuale struttura del blog non c'è in effetti un'area riservata a questo genere di "genialità".
E quando è capitato abbiamo trovato loro un angolo nella prima pagina del sito.
Poi abbiamo fatto mente locale e ci siamo resi conto che in effetti l'angolo c'è, e lo ha creato per noi Antonella Gullo. Le sue ricette infatti sono più che ricette. Sono veri e propri racconti.... gustosi. Considerato che Antonella non può sfornare una ricetta al giorno abbiamo deciso di farle un po' di compagnia trasformando la trazzera in dialetto in trazzera in terza, dove troveranno ampio spzio tutti coloro che vorranno inviarci loro composizioni quali racconti, poesie, brani di diario, critiche cinematografiche e teatrali, vignette satiriche .......
Oltre che le oramai famose ricette di Antonella

(la trazzera)

sabato 12 aprile 2008

Ascoltatori, malascoltatori e ascoltattori


Oggi facciamo due cose: una che non abbiamo mai fatto, l’altra che non si fa.La cosa che non abbiamo mai fatto è recensire un libro. Quella che non si fa è recensire un libro senza averlo ancora letto.
Il libro, recensito veramente sull’ultimo numero di Venerdì di Repubblica, si intitola “l’ arte di ascoltare” di Francesco Torralba.
Noi, prendendo spunto dal titolo del libro e dalla lettura della recensione-intervista, vogliamo fare qualche considerazione proprio sul tema evocato. E questo si può fare.

Se sapere parlare bene è un’arte riservata a pochi, saper ascoltare è una capacità esercitata da pochissimi. E non a caso abbiamo utilizzato la parola arte per il parlare bene e capacità per l’ascoltare.
Per sapere parlare bene ed in modo seduttivo e convincente sono necessarie delle condizioni di partenza, di studio e frequentazioni che non tutti possono, rispettivamente avere, programmare ed esercitare. Ma il saper ascoltare è una skill che tutti possediamo e che tutti possono mettere in atto; bastano educazione, umiltà, pazienza e rispetto nei confronti di chi parla

Spesso mi capita, durante il pronunciamento di una MIA frase, di essere interrotto da ascoltatori che concludono il MIO concetto prima ancora che io lo abbia espresso in modo completo come avrei voluto. Queste persone riescono ad agganciare logicamente (e grammaticalmente) in modo impeccabile il tuo discorso, ma lo concludono in tua vece facendoti dire cose che LORO vorrebbero dire.

Altri, invece, non si curano neppure di agganciare correttamente un elemento del tuo discorso e, utilizzando vagamente qualche elemento di una tua frase, ne iniziano un’altra che solo superficialmente interseca i presupposti del tuo dire.

Ma il peggio deve ancora venire. Alcuni malascoltatori non ascoltano per niente, anzi, basta solo una parola del tuo discorso, un tuo gesto o nonsocheccosa, per far scattaredere nel loro cervello un riflesso condizionato che li porta ad iniziare una discussione che non si capisce da dove e perchè venga tirata fuori.

Infine i malascoltatori più viscidi: sono quelli che hanno una capacità invidiabile: riescono, nei momenti topici del tuo discorso, a pronunciare quelle paroline (veero?, si certo!, pero..!) che , insieme agli sguardi ben assestati, fanno credere a chi parla di essere ascoltato, compreso, condiviso o anche compatito.
In effetti pensano ai fatti loro e sfruttano i VOSTRI sguardi e la tonalità della vostra voce per insertare il momento adatto per offrirvi la parolina rassicurante. A questi malascoltatori attribuirei il termine di ascoltattori

Sapere ascoltare è invece educato e conveniente

Mettiamola così: materialmente parlando, tutto quello che tu dai ti impoverisce, tutto quello che ricevi ti arricchisce. Se associamo il parlare con il dare e l’ascoltare con il ricevere la conclusione contabile è ovvia.
Spesso, infine, chi non ascolta lo fa perchè superbamente ritiene di conoscere tutto, o di non avere bisogno di lezioni o, al limite, non considera l'interlocutore all'altezza di fornirgli nozioni che lui ancora non conosce.
A questo proposito vorrei concludere con una citazione di Claude Bernard: " E' ciò che crediamo di sapere già che ci impedisce di apprendere"

(pippo vinci)

martedì 8 aprile 2008

i codici regionali dei DVD



I DVD-Video in commercio hanno un codice detto "codice regionale" per poter essere riprodotti solo in una determinata zona e salvaguardarne i diritti sulle uscite dei film nei continenti. Il mondo è stato suddiviso in aree dalle major cinematografiche. Quindi un film che esce in America (in largo anticipo di solito rispetto all'Europa) grazie a questo codice non può essere visto con lettori del resto del mondo.E' il lettore di Dvd che è pre-impostato sul codice regionale e limita la lettura dei dvd con codice diverso.
Alcuni lettori possono essere modificati per riprodurre dischi senza considerare i propri codici regionali. Esistono dischi che controllano attivamente il codice e non girano su lettori senza codice cioè con codice regione impostato a 0 (ALL) o su lettori con cambio codice automatico, è invece possibile riprodurli su lettori con codice modificabile manualmente dall'utente.
I DVD, oltre a limitare la visione col codice regione, utilizzano anche gli standard video dei paesi di appartenenza (esempio: i DVD americani saranno codificati con lo standard NTSC, quelli europei con lo standard PAL).

sabato 5 aprile 2008

meglio confessare tutto


Questo articolo è dedicato a tutti quelli che non sono mai andati negli Stai Uniti.
Chi lo ha già fatto si ricorderà di una piccola scheda di cartoncino verde che gli assistenti di volo consegnano ai passeggeri qualche ora prima di atterrare a New York, a Miami, a Los Angeles o dovunque vi porti il volo. Siete ancora intorpiditi o assonnati. Forse eccitati per quello che sperate vi aspetti; o ancora affamati perché avete respinto i molti pasti di plastica che vi hanno servito. Al bagno c’è una fila enorme. In ogni caso non fate molta attenzione a quanto scritto su quel cartoncino verde pisello.
Ma viene il momento di compilare la “fiche” . Si va alla ricerca di una penna. La matita non va bene. Ecco la penna. No, rossa no! Si cerca nello zainetto, nel cruscotto del sedile anteriore. Si chiede in prestito. Poi gli occhiali. Cazzo, dove sono gli occhiali?. Nel frattempo arriva l’ennesimo pasto. Questa volta non me lo lascio scappare. A questa cavolo di scheda penserò dopo. E così via fino a quando l’altoparlante annuncia che stiamo iniziando la discesa verso l’aeroporto JFK di New York.
Non c’è più tempo da perdere; bisogna compilare la scheda. Corrono voci che la polizia di dogana sia molto severa. Soprattutto dopo l’11 settembre.
Via, vediamo cosa vogliono.
E’ scritta solo in inglese.
Ma si capisce...E’ semplice…mica tanto!..Si, ho capito...Cooosaaa?!?!. Ma ho capito bene!??!
Ma sono sceeemi? ..Si, hai capito bene!
Ecco le domande a cui dovete rispondere prima di presentarvi alla dogana :

- Avete una malattia contagiosa? Una malattia mentale? Siete un consumatore abituale di droghe?
- Siete mai stati coinvolti in fatti di spionaggio, o sabotaggio; o in attività terroristiche; o genocidi; o, tra il 1933 ed il 1945, in persecuzioni in collaborazione con i nazisti tedeschi o i loro alleati?
- Siete un trafficante di droga?
- Siete mai stati arrestati per crimini contro la morale?
- State cercando di entrare negli USA per partecipare ad attività immorali o criminali?

Ma attenzione. Non provate , neanche per scherzo, a dire di si, per esempio alla domanda sul genocidio. Se scoprono che non siete colpevoli siete nei guai. Per loro è più grave una bugia che un genocidio.

(pippo vinci)

martedì 1 aprile 2008

...italiani, brava gente?


…. Troppo spesso si dimentica che dietro la retorica cortina del topos “italiani brava gente”, i fascisti italiani si macchiarono di atrocità inenarrabili. Come possiamo dimenticare le stragi nelle ex colonie d’Africa, il genocidio dei libici (ne furono uccisi 1 su 8), le pulizie etniche nei territori della ex Jugoslavia, i campi di concentramento (valga il campo di Arga per tutti) dove venne deliberatamente causata la morte per stenti e torture di migliaia di prigionieri?....
Nel novembre 1989 la BBC, ha messo in onda un film in due parti, “The Fascist Legacy”, l’eredità fascista, nel quale venivano documentati i crimini di guerra commessi durante l’invasione italiana dell’Etiopia e nel regno della Jugoslavia con l’impiego di iprite, o gas mostarda, da parte del generale Badoglio; i bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e le rappresaglie scatenate dopo un attentato contro l’allora Governatore italiano dell’Etiopia.
Il film racconta anche le vicende seguite alla capitolazione italiana del ‘43 e si sofferma sull’ipocrisia mostrata tanto dagli USA quanto, soprattutto, dai britannici in questa fase.
Etiopia, Jugoslavia e Grecia richiesero l’estradizione di 1200 criminali di guerra italiani.
I più attivamente ricercati furono Pietro Badoglio, Mario Roatta e Rodolfo Graziani, che non furono mai consegnati alla Giustizia né, pertanto, processati…..

(da un articolo di Moni Ovadia)

Nel maggio del 2007 a Rovereto si è tenuta una rassegna cinematografica durante la quale furono proiettati film e documentari che testimoniavano quanto ricordato da Ovadia nell’articolo che riportiamo. L’immagine che abbiamo pubblicato in cima all’articolo è appunto la locandina della rassegna. Cliccando sulla locandina è possibile visualizzarla ingrandita e leggere più agevolmente i titoli dei lungometraggi proiettati, con una piccola descrizione dei contenuti.
P.S. Il film The Fascist Legacy è stato acquistato dalla RAI, ma non è mai stato trasmesso

(la trazzera)