lunedì 18 marzo 2013

il cinema visto da Oscuria: Educazione siberiana

Dedicato a chi vive la vita a testa in giù: non lottare più contro, inizia a lottare per.

"Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare" Così Nonno Kuzja (John Malkovich) avverte il piccolo Kolyma


In una regione del sud della Russia vengono confinati da Stalin clan di criminali dalle più svariate etnie: tra questi, i siberiani urca,  "criminali onesti", come essi stessi si definiscono,hanno precise regole d'onore, epperò talvolta incredilmente condivisibili. In guerra contro ogni forma di potere e sfruttamento, uccidono solo poliziotti, disprezzano il denaro al punto da non tenerlo in casa affinchè non la contamini, aborriscono la droga e ne giustiziano i trafficanti, gli urca siberiani hanno una morale profondamente religiosa, fondata sul valore personale e sulla tradizione.

Danno la morte ma sempre rispettando quella che a loro pare sia la vita: prima di tutto la vita dei deboli, i «voluti da Dio», e poi la vita dei liberi e dei forti. L"educazione siberiana" dei ragazzini Kolima e Gagarin,è un film della prima volta, é un'iniziazione: il passaggio dall'infanzia all'adolescenza ha il respiro di una storia universale fortemente connotata da significati fruibili da noi tutti.

L’universo dei siberiani criminali onesti è chiuso: un' utopia fragile, annientata dal tempo come la piena del fiume spazzerà via l' amico, un pianoforte, l' amore adolescenziale e impossibile di Kolyma. Muti e impotenti stanno a guardare il vecchio saggio patriarca, Nonno Kuzja (John Malkovich coniuga la bruttezza irresistibile alla magnifica interpretazione) nè Ink, il maestro tatuatore, quasi lo "stregone" del villaggio:  la sua passione, raccontare la vita degli uomini non a parole ma sul corpo: i saggi della comunità nudi nella sauna, leggono dai tatuaggi personalità e vicende di ciascuno.

Personaggi “forti”, dal respiro epico, abitano casupole di legno immerse nel paesaggio gelato, le barbe e i capelli lunghi. La Storia, però,  è più potente della loro purezza: irremediabilmente li contamina, annientandoli: la sua dismisura eccede ogni misura dei loro cuori Dieci anni dopo, Kolima, divenuto un gran bel giovanotto, si arruola nell’ esercito russo, sulle montagne cecene per cercare Gagarin,  l' amico e compagno di giochi infantili incattivito dalla galera delinquente spacciatore: questi, abbandonata e tradita  la comunità dei Siberiano, vuole possedere oltre ogni misura, persa ogni morale o freno.

Tutto è cambiato:  non è il cuore la misura giust dei desideri, e nulla è giusto. Illuminante e intensa la fiaba narrata da nonno Kuzja, del giovane lupo che per fame si vende agli uomini, divenendo cane. "La fame viene e va via. La dignità dell'uomo, una volta persa, non si può riconquistare". Nei boschi  Kolyma ritrova Gagarin che lo aspetta da tanto. Perché si ritrovi, c'è un solo modo. La vita dei lupi che mai accetterebbero di farsi cani. Nel cuore di Kolyma, il desiderio e la speranza che un mondo diverso é possibile E dunque il giovane lupo andrà a Sud e verso l’Occidente, fidandosi della sua maestria nei tatuaggi, nell'uso del coltello e della pistola, alla ricerca di un luogo un tempo e un futuro  in cui i lupi non desiderino farsi cani.

Oscuria

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