lunedì 27 maggio 2013

Amministrative 2013



Io credo che sia successo questo:
1. il M5S è stato punito per l'occasione persa quando non si è voluto alleare con il PD avendo in pugno l'Italia e soprattutto avendo la possibilità di annullare per sempre berlusconi. Forse il PD ha fatto solo scena, ma gli elettori hanno letto così la vicenda

2. PDL: ennesima dimostrazione che senza B. in campo il PDL quasi non esiste

3. il PD è l'unico vero partito organzzato e quindi anche se fa minchiate, ha uno zoccolo duro sotto cui non scende.

Considerato però che in parlamento i grillini rimangono una forza rilevante, ritengo che Grillo e Casaleggio debbano rivedere un po' la loro strategia. Gli italiani alternatvi a PD e PDL non sono fidelizzati con nessun partito e nessun movimento e basta un errore per farli scappare. E' successo alla sinistra radicale, è successo all'Italia dei valori , è successo ai verdi, sta per succedere ai grillini. Ma questa volta c'è la possibilità di rimediare!

pippo vinci

venerdì 24 maggio 2013

Il furto del millennio.. scorso

La Gioconda di Leonardo da Vinci, ovvero Monna Lisa, è considerato il quadro più famoso e , forse, più prezioso dell'intera storia dell'arte. Come si sa il quadro è conservato presso il Museo Louvre di Parigi. Pochi sanno,però, che il quadro fu rubato nel 1911 da un falegname italiano, Vincenzo Peruggia (foto a sinistra) , che lo tenne in ottime condizioni nella sua modesta ed umida dimora parigina per ben 2 anni.
Il furto avvenne la mattina del 21 agosto 1911. Di lunedì. E il lunedì era , a quei tempi, un giorno di chiusura al pubblico del museo, giorno dedicato alle manutenzioni.

Peruggia, che aveva lavorato nella pinacoteca parigina come falegname, entra indisturbato nei locali del Louvre alle 7 del mattino e, senza alcun problema, si dirige verso il Salon Carrè dove si trovava il dipinto, lo stacca dalla parete, ne toglie vetro e cornice, avvolgendo  poi la preziosa tavoletta di legno di pioppo  in un panno. Poi esce indisturbato attraverso una normale porta di accesso.

Le indagini che seguirono portarono pure a sospettare del furto due importanti artisti come il poeta Apollinaire ed il giovane pittore Pablo Picasso in quanto, in qualche modo, coinvolti qualche tempo prima in piccoli furtarelli di statuette proprio del Louvre. Ma la polizia francese vagava nel buio e mai avrebbe ritrovato il prezioso dipinto. Nessun  indizio orientava i sospetti verso il modesto artigiano di Dumenza (Varese).

Solo 2 anni dopo il clamoroso furto, il Peruggia compie la mossa che lo tradisce: offre il quadro ad un gallerista italiano che convoca in un albergo di Milano anche il direttore del museo degli Uffizi di Firenze. Peruggia arriva con il quadro e viene immediatamente arrestato dai carabinieri.

Il quadro rimase per qualche tempo in Italia esposto agli Uffizi di Firenze ed alla galleria Borghese di Roma. Poi torna trionfalmente in Francia che ne detiene legittimamente il possesso.

Peruggia, durante il processo, si difese affermando di avere compiuto il reato  per motivi nazionalistici e patriottici. Voleva riportare l'opera di Leonardo in Italia. Ed ottenne una pena molto leggera, appena 8 mesi di galera da scontarsi in Italia

pippo vinci

giovedì 23 maggio 2013

Frasi celebri (35)

"Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori."

 Platone

 

tutte le frasi celebri pubblicate

martedì 21 maggio 2013

interpreta questa frase

"I can normally tell how intelligent a man is by how stupid he thinks I am"

"Di solito riesco a dedurre quanto uno è intelligente da quanto pensa io sia stupido"

 Cormac McCarthy (All the pretty horses - Cavalli selvaggi)

 

domenica 19 maggio 2013

Pantani: il doping paga in eterno

il pirata Marco Pantani
Oggi il giro d'Italia è giunto sul Galbier, una montagna che nel 1998 vide trionfare il pirata Pantani, che da lì iniziò la sua scalata al tour dopo avere vinto, lo stesso anno, il giro. Pantani entrò, da quell'anno, nell'olimpo dei più grandi ciclisti di tutti i tempi.

Ma, poi, si seppe  che quelle vittorie erano frutto di una truffa sportiva, di un imbroglio, di una offesa allo sport ed ai suoi colleghi. Pantani vinceva con il decisivo aiuto di sostanze proibite. Patani era dopato! Fu squalificato e abbandonato (ahimè) al suo triste destino.

Detto questo ,però , i media e gli addetti ai lavori non stanno certo facendo un buon lavoro per lo sport e per i giovani che intraprendono la faticosa disciplina delle due ruote. L'esaltazione di Pantani come atleta è l'ennesima prova di come in Italia i furbi facciano strada a scapito di chi rispetta le regole.

L'ennesimo esempio è accaduto oggi sulle ardue salite del Galbier. Ha vinto il siciliano Giovanni Visconti dopo una lunga e gloriosa galoppata solitaria. Ed i cronisti della RAI (Francesco Pancani e Davide Cassani) non si sono lasciati scappare l'occasione per ricordare ed esaltare le imprese (?!) del "campione" Pantani,

I paragoni con l'impresa di Visconti si sono sprecati e lo stesso ciclista siciliano ha detto che l'essere nato lo stesso giorno del pirata (13 gennaio) gli ha dato una marcia in più. Speriamo solo psicologica!

Insomma una cronaca, quella della RAI sulla tappa di oggi, utilizzata in gran parte  per tessere e ritessere lodi sperticate al compianto campione di Cesena. Campione un cazzo! Io lo definirei piuttosto un uomo che ha truffato una intera generazione di sportivi. Ma sul Galbier c'era addirittura un monumento a lui dedicato, mentre a Cesenatico, ogni anno, si svolge il Memorial Pantani  , corsa per professionisti inserita nel calendario ufficiale dell 'UCI (Unione Ciclistica Internazionale).

E questo sia da insegnamento ai giovani: imbrogliate ragazzi,  dopatevi , comprate e vendete le vostre partite. La gloria (eterna) ed i soldi (immediati)  valgono più di qualsiasi altra cosa.

Aggiungo che questi che oggi lo esaltano per le imprese sportive sono gli stessi che lo hanno lasciato morire da solo, come un cane, in una squallida stanza d'albergo a Rimini il 14 febbraio 2004.

pippo vinci


venerdì 17 maggio 2013

IgNobel Prize


Nell'anno 1991 è stato ideato una sorta di premio nobel per gli studi più bizzari. Il Premio di chiama IgNobel e viene assegnato, con una pomposa cerimonia , a dieci ricercatori o scienziati... pazzi!

Vi diamo di seguito solo alcuni divertenti  esempi delle ricerche che si sono aggiudicate il premio.

2001  
Biologia- per aver inventatobiancheria intima a tenuta stagna con un filtro in grado di bloccare gli odori sgradevoli prima che sfuggano.
Fisica -  per la  parziale spiegazione dell'effetto tenda da doccia: la tendina della doccia tende a gonfiarsi quando si fa una doccia.
Tecnologia -  per aver brevettato la ruota nel 2001, e all'Ufficio Brevetti Australiano per aver concesso il brevetto.
Ricerche interdisciplinarie - per aver effettuato un'indagine completa sulla  lanugine ombelicale - chi l'ha, quando, di che colore e quanta.
Matematica - per la "Stima della superficie totale dell'elefante indiano"

2005
Biologia: per aver annusato 131 specie di rane e controllato se il loro odore cambiava in condizioni di stress.
Economia: per aver inventato una sveglia che corre via e si nasconde ripetutamente, assicurando così che le persone si alzino effettivamente dal letto, teoricamente aumentando le ore produttive di lavoro.
Fisica: per avere calcolato quanto impiega la pece a gocciolare da un imbuto. L'eperimento è cominciato nel 1927: siamo a una goccia ogni nove anni. (l'esperimento è ancora il corso e si può assistere in diretta cliccando qui -)

2006
Matematica: per aver calcolato il numero di scatti necessari per evitare che in una fotografia di gruppo qualcuno abbia gli occhi chiusi.
Medicina:  per il loro studio sulla terapia del singhiozzo intrattabile con il digitomassaggio rettale
Fisica: per lo studio sulle ragioni per cui, spezzando una manciata di spaghetti secchi, questi si rompono in più di due pezzi.

2007

Aviazione: per aver scoperto che il Viagra facilita il recupero del jet lag nei criceti
Linguistica:  per aver dimostrato che i ratti a volte non riescono a distinguere tra una persona che parla giapponese al contrario e una che parla olandese al contrario. 
Pace per aver sviluppato un'arma chimica, la cosiddetta "bomba gay", capace di sviluppare un'irresistibile attrazione sessuale tra i soldati nemici.

2009



Medicina veterinaria: per aver dimostrato che le vacche a cui viene dato un nomignolo fanno più latte di quelle "anonime". 


Economia aziendale: Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda, Cesare Garofalo (Univ di Catania), per aver dimostrato matematicamente che le aziende diventerebbero più produttive se promuovessero persone a caso anziché seguendo criteri meritocratici 

                                                    2011 
Fisica: per aver provato a determinare perché i lanciatori di disco hanno le vertigini, mentre i lanciatori di martello non ne soffrono per niente. 

Medicinaper aver dimostrato che la gente effettua le decisioni migliori su alcune cose (ma anche le peggiori su altre) quando ha un bisogno urgente di urinare. 

Pace:  per aver dimostrato che il problema delle auto lussuose illecitamente parcheggiate può essere risolto passandoci sopra con un carro armato. 

2012 

Psicologia:  per aver dimostrato che se si guarda la Torre Eiffel pendendo verso sinistra, risulta più piccola.

 




martedì 7 maggio 2013

carciofata 2013

le birre in ghiaccio
Nell'anno 480 a.c. nei pressi della cittadina di Himera (oggi in provincia di Palermo), si svolse una cruenta battaglia che vedeva affrontarsi gli eserciti di Cartagine (attaccanti) ed un gruppo di fanti e cavalieri  che difendevano le città della Sicilia (attaccati)

la battaglia di Hymera (480 ac)
La battaglia fu cruenta e sanguinosa , molti furono i caduti di  entrambi gli schieramenti, ma alla fine la spuntarono i Sicelioti. E sebbene siano passati quasi duemila e cinquecento anni, i resti di quella battaglia sono stati portati alla luce solo pochi anni fa. Quello che si è ritrovato è la dimostrazione di quanto sanguinoso fu  quello scontro.leggi tutto

Quello che molti pensano del Divo.. ma che non si può dire

Pubblichiamo l'editoriale che Marco Travaglio ha voluto "dedicare" a Giulio Andreotti. L'editoriale è stato copiato integralmente dal giornale on line "il Fatto quotidiano"

DI MARCO TRAVAGLIO
ilfattoquotidiano.it

Uno straniero atterrato ieri in Italia da un paese lontano durante la lunga veglia funebre per Andreotti a reti unificate, vedendo le lacrime e ascoltando le lodi dei politici democristi e comunisti, berlusconiani e socialisti, ma anche dei giornalisti e degli intellettuali da riporto di tutte le tendenze e parrocchie, non può non pensare che l’Italia abbia perso un grande statista, il miglior politico di tutti i tempi, un padre della Patria che ha garantito al Paese buongoverno e prosperità, e ciononostante fu perseguitato con accuse false da un pugno di magistrati politicizzati, ma alla fine fu riconosciuto innocente e riabilitato agli occhi di tutti nell’ottica di una finalmente ritrovata pacificazione nazionale. La verità, naturalmente, è esattamente quella opposta. Non solo giudiziaria. Ma anche storica e politica.

È raro trovare un politico che ha occupato tante cariche (7 volte premier, 33 volte ministro, da 13 anni senatore a vita) e ha fatto così poco per l’Italia: nessuno – diversamente che per gli altri cavalli di razza Dc, da De Gasperi a Fanfani a Moro – ricorda una sola grande riforma sociale o economica legata al suo nome, una sola scelta politica di ampio respiro per cui meriti di essere ricordato.

Andreotti era il simbolo del cinismo al potere, del potere per il potere, fine a se stesso, del “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”. Il primo responsabile, per longevità politica, dello sfascio dei conti pubblici che ancora paghiamo salato. Un politico buono a nulla, ma pronto a tutto e capace di tutto. Il principe del trasformismo, che l’aveva portato con la stessa nonchalance a rappresentare la destra, la sinistra e il centro della Dc, a presiedere governi di destra ma anche di compromesso storico, a essere l’uomo degli Usa ma anche degli arabi. Un politico convinto dell’irredimibilità della corruzione e delle collusioni, che usò a piene mani senza mai provare a combatterle, perchè – come diceva Giolitti e come gli suggeriva la natura – “un sarto che deve tagliare un abito per un gobbo, deve fare la gobba anche all’abito”.

Eppure, o forse proprio per questo, era il politico più popolare. Perchè il più somigliante a quell’“ italiano medio” che non è tutto il popolo italiano. Ma ne incarna una bella porzione e al contempo la tragica maschera caricaturale. Se però Andreotti spaccava gli italiani, affratellava i politici, che han sempre visto in lui – amici e nemici – il proprio santo patrono e protettore.

La sua falsa assoluzione, in fondo, era anche la loro assoluzione. Per il passato e per il futuro.

Per questo, quando le Procure di Palermo e Perugia osarono processarlo per mafia e il delitto Pecorelli, si ritrovarono contro tutto il Palazzo. Il massimo che riusciva a balbettare la sinistra era che, sì, aveva qualche frequentazione discutibile, ma che stile, che eleganza in quell’aula di tribunale dove non si era sottratto al processo (il non darsi alla latitanza già diventava un titolo di merito). Fu parlando del suo processo che B. diede dei “matti, antropologicamente diversi dalla razza umana” a tutti i giudici. Fu quando si salvò per prescrizione che Violante criticò l’ex amico Caselli per averlo processato e la Finocchiaro esultò per l’inesistente “assoluzione”. Anche i magistrati più furbi e meno “matti”, come Grasso, si dissociarono dal processo e fecero carriera.

Oggi le stesse alte e medie e basse cariche dello Stato che l’altroieri piangevano la morte di Agnese Borsellino piangono la morte di Giulio Andreotti. Ma non è vero che fingano sempre: piangendo Andreotti, almeno, sono sincere.

Enrico Letta, alla notizia che la Cassazione aveva giudicato Andreotti mafioso almeno fino al 1980, si abbandonò a pubblici festeggiamenti: “Quante volte da bambino ho sentito nominare Andreotti a casa di zio Gianni. Era la Presenza e basta, venerata da tutti. Io avevo una venerazione per questa Icona!”. E giù lacrime per l’“ingiustizia” subìta dalla venerata Presenza anzi Icona, fortunatamente “andata a buon fine” tant’è che “siamo tutti qui a festeggiare” (un mafioso fino al 1980).

L’altro giorno Letta jr. è divenuto presidente del Consiglio. È stato allora che il Divo ha capito di poter chiudere gli occhi tranquillo.

mercoledì 1 maggio 2013

La trazzera vintage (10): il villino



Nei dintorni di Palermo, città dove vivo fin dalla nascita, c’è una mania molto diffusa: il villino. Il villino se lo possono permettere quasi tutti ma, principalmente, esso rappresenta una caratteristica peculiare del dipendente pubblico e del piccolo commerciante . I liberi professionisti ed i grandi commercianti hanno la villa.
Prima caratteristica del villino è la durata della sua costruzione che ha i tempi di una opera pubblica di grandi dimensioni. L'intervallo di tempo che passa dallo scavo delle fondazioni al completamento del manufatto oscilla tra i 2 ed i 5 anni. Il motivo è semplice: il povero impiegato non ha sempre a disposizione il denaro per pagare i “mastri” e così i lavori si interrompono spesso in attesa che arrivino i famosi “arretrati” per un ricorso fatto anni prima contro la Amministrazione che ti campa. Ricorsi che durano lustri, ma che, alla fine, si vincono sempre.
Ma niente paura, per utilizzare il villino non è necessario attendere che sia completato. Anche perchè il villino non si completa mai. E non è necessario neppure attendere il certificato di abitabiltà. Non serve : il villino, per norma, è abusivo. In più è inutile aspettare che sia completato perchè quando si finiscono i lavori è già tempo delle prime costose manutenzioni.

Insomma il villino, è meglio sfruttarlo subito. Nei giorni dedicati alla gita in campagna (pasquetta, 25 aprile, 1 maggio, e 15 agosto) girando per le campagne di Giacalone, San Martino, Lascari e Fraginesi o tra strade e stratuzze della ex conca d'oro si vedono banchetti organizzati nei cantieri o tra nudi pilastri. Quelle non sono le maestranze in un momento di pausa dal lavoro, no quella è la famiglia del proprietario che ha con orgoglio invitato tutti i parenti a trascorrere la festa al villino. Meglio, la festa al cantiere.
Altra caratteristica del villino è la sua abusività. Il villino è una costruzione abusiva, se no non è un villino. E sarà il geometra (magari lo stesso progettista e direttore dei lavori) che si occuperà di sanare il mostro inseguendo come una chiattidda le mille e mille norme che si susseguono citandosi ed annullandosi a vicenda. Anni ci vogliono!
Si, il mostro.
Il 97% dei villini è, esteticamente, un orrore, un mostro: sagoma semplice di un solido regolare, infissi in alluminio anodizzato, spianata di cemento per le automobili e 2 piani sopraterra. Colore bianco latte, beige o leggermente rosato, che spicca nella campagna brulla dove prima (si racconta) ondeggiavano dorate distese di grano o rigogliosi terrazzamenti ad agrumi.

Il giardino!
Il giardino del villino è una sconclusionata oasi tropicale in miniatura (gli alberi sono piantati piccoli piccoli per risparmiare e perchè è bello vederli crescere) in mezzo ad un paesaggio mediterraneo. I più anziani, però, preferiscono gli alberi da frutto che vengono impiantati senza alcuna cognizione agronomica e che fanno tutti una mala fine attacati da acari e mosche che vengono combattuti con massicce gettate di veleni.

Ma il gioiello da mostrare ai parenti è l'orto da dove si ricaveranno melanzane e pomodori senza sapore, ma dal costo unitario di produzione paragonabile ad un diamante fabbricato in laboratorio.

Una volta finito (!?), il villino inizia la sua lenta ma inesorabile decadenza. Mancano i soldi per riparare l’autoclave, il bagno, il tetto, la crepa sul muro, la macchia di umidità sulla parete. Ma i soldi non ci sono. Gli arretrati sono un lontano ricordo del passato e gli inevitabili ritardi negli interventi trasformano il tutto in un luogo tetro, maleodorante e semiabbandonato, pieno di mobili riciclati e di giochi di quei bimbi che, ormai universitari, preferiscono la settimana bianca o l'Erasmus al noioso e triste soggiorno nel villino di mamma e papà.

I quali papà e mamma tornano saltuariamente al villino per trascorrevi qualche triste week end tra ricordi nostalgici e macchie di umidità sempre più gigantesche

La terza e ultima fase è la riscoperta del villino da parte dei nipoti. Che, giunti all’adolescenza, vi organizzano festini, orge e raduni, al riparo dalle fastidiose raccomandazioni di nonni e genitori.
pippo vinci