giovedì 10 marzo 2016

Inarritu: scelte da B-movie per Revenant

    Inarritu e Di Caprio sul set di Revenant
Alejandro Gonzalo Inarritu, il regista del deludente film Revenant, semplice sostegno del  trampolino per il lancio della usurpata statuetta all'inespressivo Leo di Caprio, ha detto che il suo film era un doveroso (!!) omaggio alla natura.

In effetti quello che il gelido lungometraggio fa alla natura è semplicemente metterla in ridicolo sottovalutarla e scimmiottarla.

Cominciamo con l'orsa che , giustamente, attacca il trapper Glass, al secolo il premio Oscar Leonardo Di Caprio. L'immagine dell'attacco e della lotta, per uno che vuole dare voce alla natura, doveva avere come punto di visione proprio quello dell'orsa grizzly, che si è vista minacciare i suoi cuccioli. Qui invece il grizzly è stato offerto al pubblico come colui che aggredisce il nostro Amato eroe. Insomma un animale feroce e cattivo.

Continuiamo con il generale inverno, che, nelle condizioni mostrateci da  Inarritu avrebbe dovuto mietere molte più vittime di quelle che in effetti miete (nessuno nel film soccombe all'incredibile gelo dell'inverno dakotiano). E non mi venite a raccontare che i ridicoli espedienti dei trapper in balia delle intemperie disumane  avrebbero  potuto proteggere corpi e membra di uomini apparsi molto impreparati ed ingenui nell'affrontare le terribili avversità ambientali in quelle condizioni cosi disagiate.

La storia vera da cui è tratta la sceneggiatura  (sempre di Inarritu) dovrebbe ingannare lo sprovveduto spettatore, apparendo verosimile, ma nessuno può mai credere che l'immortale Glass abbia potuto dormire indenne e nudo dentro la carcassa di un cavallo indossando poi gli abiti tenuti fuori una intera notte (e quindi verosimilmente congelati) come se fossero appena usciti da una  lavanderia monoprezzo Pinguino, o che Glass abbia conservati intatti il naso e le dita dopo una esposizione di svariate ore a decine di gradi sotto lo zero. Che forse il Titanic lo ha reso immune a fisiologici fenomeni di congelamento?

Di Caprio morirà congelato dopo il naufragio del Titanic

E che dire infine della bella nuotata nelle gelide acque del fiume Missouri. Nessun segno evidente di ipotermia. Un ulteriore ringraziamento a Cameron che  ha allenato il nostro eroe nelle (presumibilmente) meno  gelide acque dell'Atlantico all'ombra dell' iceberg killer .

No caro mio Inarritu  tu non hai mostrato quanto  sia grandiosa e crudele la natura. Tu la hai semplicemente ridicolizzata piagandola alle esigenze della tua storiella e dei tuoi eroi.

Ma non hai fatto solo questo, hai pure, in modo comico, lasciato che a vegliare sulla morte imminente del povero Glass (siamo all'inizio del film) rimanesse l'uomo a lui più ostile , il crudele Fitzgerald (il peraltro bravissimo Tom Hardy) che alla prima occasione (come era scontato) ha abbandonato Glass al suo destino uccidendone il figlio meticcio, un boccone troppo invitante per quello che tu gonzalo inarritu avevi descritto sin dalle prime scene, ed in modo grottesco e didattico , come un essere spregevole, razzista e nemico di Glass. Solo un cineasta di b-movie  poteva fare una scelta simile  rendendo il resto della storia banale e prevedibile.

Ugualmente ridicola appare la scelta finale di mandare alla ricerca del  fuggitivo, il cattivo  Fitzgerald, solo due  uomini al solo prevedibile scopo di proporre (pardon, imporre) nel finale il grottesco ultimo duello tra il buono ed il cattivo.

Ma cosa è rimasto dell'Inarritu di Amores Perros?


1 commento:

Anonimo ha detto...

I avree