venerdì 16 febbraio 2018

genialità e potere

Da che mondo è mondo chi ha fatto andare avanti le cose senza aspettare che le stesse maturassero da sole, sono state le grandi intuizioni, i colpi di genio, la fantasia, l'idea geniale.
In ogni luogo di lavoro sono proprio le idee nuove ed originali che spesso fanno fare il salto di qualità. Non sempre è così. Ma spesso lo è.
Il genio, come è ovvio, non è legato al titolo di studio o al potere, ma determinato principalmente dal corredo genetico posseduto fin dal concepimento.

Ma l’idea geniale da sola non basta. Serve una filiera capace di credere in questa idea e di metterla in pratica. Avviarla nella “catena di montaggio” per rendere il prodotto finale migliore in senso lato.

Ed ecco il problema italiano: se l’idea viene dalle viscere di un uomo senza potere e visibilità, questa, 99 su 100, non viene neanche presa in considerazione. Per potere utilizzare una idea geniale questa deve venire in mente proprio dal capo. Il capo non accetterà mai di portare avanti una idea suggerita da un suo sottoposto. Ed un suo sottoposto, proprio per mettersi in luce cercherà di valorizzare oltre il lecito le intuizioni (anche se di basso profilo) del suo superiore.

Questa considerazione, legata a quella che si diventa capi non per meriti ma per “conoscenze” spiega il perchè l’Italia stia perdendo drammaticamente posizioni in tutte le classifiche mondiali di qualità: qualità della vita, qualità dei prodotti, qualità dell’informazione, sistema educativo, competitività nei mercati, legalità, solidarietà e ambiente.

Per dirla in modo semplice chi comanda in Italia è generalmente gente raccomandata e presuntuosa che pensa solo a fare carriera non con la qualità delle sue decisioni ma con la qualità delle sue amicizie.

E’ quindi deleterio diffondere la notizia che tra i suoi sudditi ci sono persone più intelligenti e capaci di lui e piuttosto che dare a queste persone modo di contribuire alle decisioni, si preferisce lasciarle nell’ombra, emarginarle

Eppure il vero lavoro di un dirigente non è quello di farsi bello (e non bravo) davanti al suo datore di lavoro, ma quello di migliorare l’organizzazione delle attività che dirige in modo tale da dare a tutti la possibilità e la opportunità di contribuire alla crescita dell’intero sistema

amedeo contino

1 commento:

Anonimo ha detto...


Se Leonardo da Vinci nascesse oggi in Italia

non avrebbe potuto emergere così come ha fatto.

La "raccomandazione" non finirà mai, ma per fortuna

il mondo va avanti per i "capaci".

Esempio eclatante è la nostra classe politica " capace"

di fare andare avanti i "raccomandati".

E' il cane che si morde la coda.