domenica 20 agosto 2017

Ancora sul Venezuela: il parere di Cremaschi

Giorgio Cremaschi
Ecco uno stralcio di una intervista rilasciata da Giorgio Cremaschi  (ex segretario della Fiom) a Geraldina Colotti . Cremaschi ci spiega cosa sta succedendo, secondo lui, nel tormentato paese sud americano 

Tutta l'America Latina, che ha cercato in vari modi e con diversi risultati, di rompere le catene della globalizzazione è oggi sotto il tiro della restaurazione del potere imperialistico delle multinazionali europee e statunitensi. Il golpe bianco in Brasile e Paraguay, il governo reazionario argentino sono stati i primi successi della restaurazione.

 Ma la resistenza di altri stati compromette il disegno reazionario ed il Venezuela è l'architrave. Se il chavismo regge, l'offensiva imperialista va in difficoltà perché il mondo non è piu quello di una volta. Anche la potenza americana è  in un declino che Trump ben rappresenta. Da qui l'intensificarsi dell'attacco al governo ed al popolo e la particolare vergogna per la Unione Europea e gran parte delle sue cosiddette sinistre. 

Che in Venezuela appoggiano semplicemente il tradizionale blocco reazionario e fascista, che sfrutta le difficoltà economiche per imporre il ritorno al peggior potere servo delle multinazionali. Il paragone con il Cile di Allende è naturale per chi ricorda quegli anni, stava con Unidad Popular allora e non si è venduto oggi. Tutto è uguale, crisi economica ed anche errori del governo progressista che riducono il consenso. 

Su queste difficoltà si buttano i ricchi per riavere tutto e comincia l'eversione. Che comunque non riuscirebbe senza il sostegno imperialista e il golpe militare. Allende aveva indetto un referendum,  che avrebbe vinto, per superare il boicottaggio del parlamento, ma il golpe di Pinochet avvenne prima. Ora le stesse spinte golpiste in Venezuela vogliono impedire l'assemblea costituente, che segnerebbe un rafforzamento enorme del potere popolare. Siccome per fortuna l'esercito venezuelano non é quello del Cile, ecco che si rafforza la pressione eversiva internazionale, tanto più sfacciata quanto le forze reazionarie interne al Venezuela sono in difficoltà.

Ecco io considero il Venezuela una cartina di tornasole unica. Chi sta con l'aggressione reazionaria al governo Maduro, è un avversario o un nemico. Chi sostiene quel governo, anche con tutte le critiche del caso, è un compagno. Punto e basta.


leggi qui l'intera intervista 

Nessun commento: